Il nuovo Green Deal Europeo sui rifiuti, voluto da Ursula Von Der Leyen, ha definito una precisa tabella di marcia con azioni volte a promuovere l’economia circolare.
L’Italia, si presenta come uno dei maggiori sostenitori e rappresentanti dell’accordo.
Riesce ampiamente a soddisfare le direttive sul riciclo dei rifiuti, ma le sfide di certo non mancano. Ad aggravare la situazione: la crisi del COVID-19. Che ha sottolineato ulteriormente le sfide che l’Europa dovrà affrontare.
La pandemia e le misure di blocco attivate per contrastarla hanno in molti casi solo esasperato criticità già presenti.
Come, ad esempio, la chiusura delle frontiere cinesi all’import di rifiuti esteri, creando in Europa vie parallele di smaltimento o pericolosi stoccaggi.
Una delle prime necessità, sono le strutture di trattamento e di riciclo dei rifiuti. Necessarie anche per il trattamento gli scarti del riciclo stesso e dei rifiuti che non possono essere più recuperati. Il nostro paese, ha troppo spesso fatto affidamento ad impianti di smaltimento esteri, ma la chiusura delle frontiere dell’ultimo anno e mezzo ha contribuito ad aggravare una situazione già instabile.
Abbiamo quindi bisogno di sistemi ed impianti con capacità di riserva, flessibili e polivalenti.
Una delle maggiori difficoltà da superare, per la costruzione degli impianti riguarda le tempistiche autorizzative.
Da sole occupano il 50% del tempo necessario. Forse il previsto decreto Semplificazioni potrà portare ad un’agevolazione.
Uno degli strumenti richiesti dal comparto per favorire il nuovo modello circolare è la leva fiscale per il consumo privato di risorse riciclate. In futuro avremo sul mercato un’offerta di materia prima “esorbitante”.
Dovuto anche alle nuove direttive UE. “Questo materiale dovrà trovare un’utilizzazione all’interno dei confini europei ” anche tramite i provvedimenti utili ad affermare l’economia circolare.
Parliamo quindi dei decreti End of Waste. Che ormai, stanno dormendo da tempo immemore. Il Green public procurement che dovrebbe divenire obbligatorio per le amministrazioni e l’incentivazione fiscale per chi utilizza le materie prime seconde da riciclo.
Carenza di impianti, ritardi normativi e dinamiche di mercato. Queste, sono le s
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